Lo Zen tra bullismo e buddhismo. Stralci dal libro "Non puoi piantare un chiodo nel cielo", maestro Lin-chi

una raffigurazione storica di
Lin-chi - korinji.org
CHI ERA LIN-CHI.
Lin-chi è stato un maestro Ch'an cinese tra i più influenti. Dalle nostre parti è meglio conosciuto come Rinzai e la tradizione Ch'an come Zen. 
Il maestro in questione è tanto importante perché ha dato il via a una scuola di buddhismo Zen chiamata, appunto, Rinzai. La particolarità è quella di utilizzare i koan, una sorta di indovinelli ai quali il discepolo deve rispondere. Essi sono uno stimolo per il risveglio, affiancando e rinforzando la pratica del Zazen, la tradizionale meditazione a gambe incrociate.
La scuola di Lin-chi è diffusa anche in Italia. Vedi questo link.



BUDDHISMO E... BULLISMO?
Sì, hai letto bene. E' il mio modo scherzoso per dire che alcuni maestri Zen tradizionali come Lin-chi, urlano, dicono parolacce, tirano bastonate, schiaffi e chi più ne ha più ne metta. Leggere per credere. Vai alla parte del post che riguarda gli estratti dal libro Non puoi piantare un chiodo nel cielo.



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NON PUOI PIANTARE UN CHIODO NEL CIELO.
Il libro in oggetto non parla di falegnami impazziti che cercano di piantare chiodi nella materia gassosa. Scherzi a parte, per come lo interpreto io non piantare un chiodo nel cielo significa non cercare appigli (tanto sarebbero illusori, no?), e vivere la vita così com'è, senza far niente per dirla alla maniera di Lin-chi.
Il libro, come possiamo leggere nella prefazione, è una raccolta di insegnamenti di Lin-chi (in cinese Lin-chi lu), accompagnata da numerosi "aforismi e aneddoti fulminanti (...) che ricordano di tanto in tanto il sapore dei koan (...) il cui scopo fondamentale non è spingere l'allievo a scervellarsi per trovare (...) un senso ma (...) indurlo a sospendere il pensiero raziocinante e discriminante".
Invece di commentare un testo così complesso (complesso solo perché c'è il rischio di spaccarsi la testa per capire ogni riga dimenticando totalmente lo scopo di Lin-chi) vi lascio a qualche stralcio del libro. Mi sembra decisamente il modo migliore per farvi entrare nello Zen del grande maestro cinese. A ogni modo c'è da dire che non è un libro introduttivo sul buddhismo e assolutamente non è adatto a un "principiante".

ESTRATTI.

1.Spezzoni di insegnamenti.

"(...) è chiaro a tutti che questi [il maestro si riferisce all'aspetto teorico nel buddhismo] sono soltanto trucchi, pretesti e invenzioni: sono un pugno vuoto, un mucchio di foglie ingiallite per far giocare i bambini. (...) Al di fuori della mente non c'è nessun Dharma, e anche all'interno della mente il Dharma non può essere afferrato. Dunque cosa c'è da cercare?
Ve ne andate in giro dicendo: "C'è la pratica religiosa, c'è l'illuminazione". Non fate errori. Se ci fosse qualcosa come la pratica religiosa, non sarebbe altro che un po' di karma che vi conserva nel regno della nascita e della morte. Dite: "Osservo tutti e sei i precetti del bodhisattva e ogni possibile pratica devozionale". Dal mio punto di vista tutte queste cose non fanno che creare karma. Cercare il Buddha, cercare il Dharma non è altro che creare karma. Cercare i bodhisattva: anche questo è creare karma. Studiare i sutra, studiare la dottrina: anche questo è creare karma. I buddha e i patriarchi non hanno proprio nulla da fare. Di conseguenza, che compiano o non compiano azioni, che abbiano o non abbiano passioni, il loro karma è limpido e puro.

(...) Voi che siete sulla via, ovunque vi dicono che c'è una via da praticare, un Dharma cui essere risvegliati. Potete dirmi per favore a quale Dharma bisogna risvegliarsi, quale via deve essere praticata? C'è qualcosa in cui mancate nelle vostre normali attività quotidiane? In che cosa dovrebbe migliorare la vostra pratica?"

"(...) E cose come i Tre Veicoli e le dodici parti delle scritture non solo altro che carta igienica con cui pulirsi il culo. Il Buddha è un fantasma, i patriarchi non sono che vecchi monaci. Siete nati da una donna, non è vero? Se cercate il Buddha, sarete presi prigionieri dal buddha-demone. Se cercate i patriarchi, sarete incatenati dal patriarca-demone. Finché cercherete qualcosa, finirete prima o poi col soffrire. Molto meglio non fare nulla."

"Ve lo dico: non c'è nessun buddha, nessun Dharma, nessuna pratica, nessuna illuminazione. Ciò nonostante, voi ve ne andate per stradine secondarie, cercando di trovare qualcosa. Pazzi, ciechi! Vi mettereste un'altra testa sopra a quella che avete già? Che cosa vi manca?"

"Ciò che conta è solo il momento presente (...) Se riesci a vedere le cose in questo modo, sei davvero un uomo che ha lasciato questo mondo, libero di spendere diecimila monete d'oro ogni giorno."

2. Un po' di bullismo.
"Il Maestro si trovava al servizio di Te-shan. Te-shan disse: "Oggi sono stanco!"
Il Maestro disse: "Che sta dicendo questo vecchio nel sonno?" 
Te-shan colpì il Maestro.
Il Maestro afferrò la sedia su cui Te-shan era seduto e la rovesciò.
Te-shan lasciò che la storia finisse qui."

"Il Maestro chiese a una monaca: "Benvenuta o malvenuta?"
La monaca lanciò un urlo.
Il Maestro raccolse il suo bastone e disse: "Parla allora, parla!"
La monaca urlò una seconda volta.
Il Maestro la colpì."

Paolo Ceccarini