Recensione film Magma - Disastro infernale [l'angolo del b-movie]

Perché ho visto Magma - Disastro infernale
Le persone che mi conoscono, prima o poi, devono scendere a patti con un hobby a dir poco inquietante. La passione per i film a budget zero. Ultimamente, scorrendo sull'enciclopedia del b-movie che preferisco, filmbrutti.com, mi sono imbattuto in "Magma - Disastro infernale". Colpito dal titolo eccezionale, mi metto alla ricerca dell'opera.
Il regista, Ian Gilmore, merita di essere citato. Almeno per una volta nella vita potrete dire di aver sentito questo nome.

La recensione
Magma - Disastro infernale si presenta con una scena che testimonia da subito le possibilità economiche della produzione, con effetti speciali imbarazzanti considerando che il film è uscito nel 2006. Lava fatta di pixel enormi, con umani che che ci cadono dentro, letteralmente, come se fosse un abisso oceanico. Guardate il video, le parole non potrebbero mai restituire tanta B-ellezza.
Come spesso accade nella tradizione filmbruttesca, la trama è ridicola ma ben congegnata. Anche il ritmo è buono: se Ian & Co. avessero avuto qualche dollaro in più, forse sarebbe venuto fuori un prodotto più che decente. La tragedia, quindi, è nella realizzazione delle scene. Meravigliose. Meraviglie di serie B, ovviamente. 

Vorrei fare un accenno all'eroe della pellicola: il grande Xander Berkeley, che unisce un accenno di carisma alla sua natura spietatamente umana, aspetto che non dovrebbe mai trasparire dal protagonista di un film d'azione, e che invece viene esaltato dalla povertà stilistica del B-movie. 

L'epilogo è patetico: in quattro e quattr'otto la fine del mondo viene placata. Non vi dico come perché questo merita di essere visto. 
Fatevi coraggio. Il filmbrutto distende i nervi e stimola la creatività. 

Scene degne di nota? Tutte le eruzioni regalano delle gioie. Fantastica quella sul monte Fuji. Preziosa, tra le altre, la scena del decesso di tre sfigati nella parte conclusiva, le cui urla soffocate sembrano una presa per i fondelli. 
Straordinarie, infine, le montagne viste dall'alto: il film pare diventare all'improvviso un cartone animato (di quelli vecchi, molto vecchi, rigorosamente disegnati a mano).

Paolo Ceccarini