Le vette del misticismo: il Tao te ching di Lao Tzu.

Parlare del Tao te Ching di Lao Tzu (o Lao Tze, o Lao Tsu; per gli amici anche Laotsi o Laozi... insomma: nessuno sa come si chiami) è come andare in chiesa a giocare a calcio. Un'eresia. Si tratta infatti di un'opera molto complessa, ovvero estremamente essenziale, come spesso accade quando si tratta di misticismo. Il paradosso è inevitabile ogniqualvolta si provi a spiegare l'inspiegabile. E' un terreno delicato, quindi, che va vissuto sulla pelle attraverso la meditazione; non va ragionato: va assorbito. Senza domande.

Il testo che ha dato origine al Taoismo filosofico. La Cina perduta.
Il Tao te Ching è considerato una delle vette più elevate dello spirito e della realizzazione umana. L'illuminazione scorre, vive nelle pagine di Lao Tzu.
Nel Tao te Ching, il superamento delle passioni umane prende forma nella semplicità. Tuttavia i 'versi' di Lao Tzu non possono che stravolgere il nostro ecosistema. Lao Tzu ci spinge a un diverso livello di soddisfazione.
Prima di addentrarci in punta di piedi nei contenuti, premetto che il libro è sconsigliato a tutti coloro che non hanno una base piuttosto solida dell'approccio religioso 'orientale', cioè coloro che non hanno dimestichezza con i "concetti" di Tutto o di Vacuità, di equanimità o 'non-discriminazione', di presenza mentale o consapevolezza. Basti pensare che il Tao è responsabile, insieme al buddhismo importato dall'India da un certo Bodhidharma, della nascita dello Zen. Di nuovo siamo sul 'tetto del mondo', ai culmini della Saggezza.
[Quella dell' "approccio orientale" è una cafonaggine concettuale, ma mi aiuta. Anche i grandi mistici cristiani predicavano le medesime cose.]

Ho parlato di stravolgimento del nostro ecosistema: perché?
Il Tao te Ching è la consapevolezza del momento presente privata di condizionamenti. I desideri vengono annientati. Il popolo va governato secondo il Tao, l'armonia del Tutto, non alterando il flusso della natura. La perfezione è già qui senza il bisogno di un intervento: il saggio deve usare il 'non agire'.

Non esaltare i più capaci
fa sì che il popolo non contenda,
non pregiare i beni che con difficoltà s'ottengono
fa sì che il popolo non diventi ladro,
non ostentare ciò che può desiderarsi
fa sì che il cuore del popolo non si turbi.
Per questo il governo del santo
svuota il cuore al popolo
e ne riempie il ventre,
ne infiacchisce il volere
e ne rafforza le ossa
sempre fa sì che non abbia scienza né brama
e che colui che sa non osi agire.
Poiché egli pratica il non agire
nulla v'è che non sia governato.
[Tao te Ching, 3, versione online]


La trascendenza avvolge ogni campo dell'essere, e in quest'amore universale non c'è niente che venga scelto al posto di qualcos'altro. Si tratta della non-discriminazione, appunto:

Il cielo e la terra non sono sentimentali; nulla considerano indispensabile.
[Tao te Ching, 5, ed. Mondadori]

L'affronto più grande per un occidentale -ma anche per la maggior parte degli orientali di oggi- è quello di evitare il possesso di beni materiali o immateriali, per così dire, ovvero di relazioni sentimentali che attribuiscano un peso diverso alle persone care piuttosto che a quelle sconosciute o antagoniste:

Più ami
ed. Mondadori - da macrolibrarsi.it





più soffri.
Più accumuli
più perdi.
[Tao te Ching, 44, ed. Mondadori].

Il mondo del Tao pare funzionare al contrario. C'è l'accettazione di ogni fenomeno così com'è e la fusione del Tutto che genera una non-lotta:

Nel mondo il molle vince il duro
come un sensibile cavaliere controlla
un cavallo al galoppo.
[Tao te Ching, 43, ed. Mondadori]

Il saggio non è un erudito, non sa niente, non ha niente. Voglio chiudere con un passaggio che adoro prima di passare a brevi considerazioni finali:

Gli uomini convenzionali ammassano più del necessario,
mentre io non possiedo nulla,
non capisco nulla.
Loro hanno la chiarezza, io l'oscurità.
Loro sono acuti, io sono ottuso.
Come il mare, sono calmo e imperturbabile.
Come il vento, non ho una particolare direzione.

Tutti hanno un posto e un lavoro;
solo io rimango libero, naturale e selvaggio.
[Tao te Ching, 20, ed. Mondadori]

Al termine del testo, nell'edizione Mondadori sopra citata, c'è un bel saggio, anche se piuttosto contenuto. Mi limito a citarlo e, io stesso, a sproloquiare con contegno in questa sede perché emerge una visione ridotta e semplicistica dell'opera.
Si potrebbe parlare per millenni del Tao te Ching, e fior fiore di studiosi si sono piegati e si piegheranno per giorni interi su queste pagine alla ricerca della traduzione perfetta, o della sfaccettatura semantica più significativa. Lasciamo questo compito agli esperti e sediamoci a meditare. Conoscere i concetti è importante per un meditante o uno studioso, ma la comprensione ha radici più profonde. E per afferrare il Tao inafferabile, occorre viverlo, non pensarlo.
E non chiedere alcunché! O lo perderai.
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Paolo Ceccarini