Innamoramento e amore di Francesco Alberoni. Tra sociologia e self-punishment

Ammettiamolo. L'amore non è stato una parentesi troppo felice. Altrimenti non ci sarebbero motivi per avvicinarsi a un titolo come "Innamoramento e amore" del sociologo Francesco Alberoni.
Un saggio che fa riflettere.
Pure troppo.
Fa ripescare le esperienze, meditare sui propri cambiamenti ed errori. Una lettura intelligente e colta che può diventare un'immota spedizione punitiva.

Il principale interesse suscitato dal libro nell'ambito della Sociologia è una teoria che sta in piedi come una palafitta costruita di fiammiferi alle pendici di un vulcano attivo. Si sa che la Sociologia è talvolta fatta di presupposti quantomeno strampalati. L'idea in questione è la seguente. Cito:

"Che cos'è l'innamoramento? E' lo stato nascente di un movimento collettivo a due."

Ebbene sì: l'innamoramento viene equiparato a un movimento rivoluzionario. Parafrasando un passo di Durkheim presente nel primo capitolo del libro, in un movimento collettivo l'uomo si abbandona al giogo di forze esterne che lo portano a sposare a pieno una causa, disinteressandosi di se stesso. Per Alberoni è la medesima condizione che vive la persona innamorata.

Sebbene, come ho detto, trovi tanto affascinante quanto delirante la trovata dell'Alberoni, il libro non sviscera solamente le ragioni dell'associazione innamoramento-movimento collettivo, ma riporta anche una rappresentazione ben precisa dell'amore, con numerosi riferimenti all'esperienza concreta di una coppia. Qualcosa di più appetibile per noi comuni mortali. Di fatto si ricostruisce la trasformazione dell'innamoramento in amore, cioè il passaggio dall'emotività incontenibile dei primi mesi all'istituzione (il consolidamento della coppia) attraverso un progetto condiviso, ma anche quello che avviene quando le rinunce che si fanno per mandare avanti un rapporto sono troppo avvilenti (pietrificazione). E ancora si parla di passione, gelosia... qualsiasi cosa possa venirvi in mente sul tema.

L'aspetto che trovo più interessante è la prepotenza con la quale Alberoni afferma le sue verità. Questo modo di trattare gli argomenti rende l'introspezione più avvincente o dolorosa. A volte senti di appoggiare a pieno le sue tesi, altre volte vorresti mettergli le mani addosso (fortuna che sia solo un conglomerato di pagine!); in altri frangenti studi, interpreti, ricerchi o semplicemente sopporti.
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L'idea più ardita, forse, si rivela nel recupero di una visione romantica dell'amore, che non può concretizzarsi senza un innamoramento ebbro alla base. Un amore tutt'altro che utilitaristico e funzionale, quindi, e in estrema sintesi non finalizzato dapprincipio alla volontà della costruzione di una famiglia. L'amore diventa un'intuizione pericolosa che si afferma come una sorta di rivoluzione sociale.
Alberoni rinnega l'innamoramento descritto come "una specie di follia" (Erich Fromm) o "uno stato di imbecillità temporanea" (Ortega y Gasset), mantenendo la componente emozionale, ma spogliandola di qualsivoglia accezione dispregiativa.
L'esplosione del sentimento e della passione avviene alla presenza di un ostacolo, con rimandi letterari che suscitano grande fascinazione: Romeo e Giulietta, separati da famiglie in aspro conflitto, o lo sfigatissimo Werther del Goethe, sopraffatto da un amore impossibile. Gli ostacoli spesso sono da rinvenire nelle differenze caratteriali ed esperenziali.

Concludendo, Innamoramento e amore del super-prof Alberoni unisce l'erudizione al "romanticismo", in una lettura avvincente e stimolante.
Sullo sfondo tragicomico dell'autopunizione.

Paolo Ceccarini