La vittoria di Donald Trump spiegata da Lev Tolstoj

Donald Trump, il neo-presidente degli Stati Uniti, è sulla bocca di tutti. Facciamoci spiegare da Lev Tolstoj cosa è accaduto.

Nel celebre romanzo Guerra e Pace, che narra la Campagna di Russia napoleonica, Tolstoj sostiene che la storia dell'uomo si muove attraverso una rete fittissima e solo parzialmente intelligibile di relazioni causa-effetto. Dietro a ogni un singolo evento, quindi, si nasconde una moltitudine di eventi scatenanti. La storia, per Tolstoj, è un continuum, e la tentazione di suddividerla in unità distinte per finalità interpretative ne pregiudica la comprensione*.
Guerra e Pace, ed. Garzanti

Nella visione proposta da Tolstoj, Napoleone e lo zar Alessandro non sono la sintesi, ma fanno parte di un intero e complesso periodo storico, in cui agisce una serie interminabile di forze.

Prendiamo a esempio Napoleone, visto che Alessandro ha una funzione più reattiva, in quanto è chiamato a predisporre il proprio esercito per contrastare l'invasione francese. Mentre gli storici (si presuppone che Tolstoj si riferisca alla storiografia russa) indicano l'imperatore francese come il primo responsabile degli avvenimenti dell'epoca, Tolstoj afferma che Napoleone è solo il nome attraverso il quale quell'epoca si compie, vale a dire uno strumento nelle mani della storia che contribuisce alle realizzazione di un vasto processo socio-culturale.

Immagine da Il tentativo blog 

Adesso, facciamo un salto di duecentoquattro anni e approdiamo a Donald Trump, il presidente arancione – com'è stato battezzato sui Social Media. Trump, leggendo le opinioni della gente, sembra un demone collocato al potere da Lucifero in persona. Il neo-presidente degli Stati Uniti, invece, è stato scelto dal popolo americano, e la sua elezione è il risultato globale di un ampio processo sociale, economico e culturale.

Quando pensiamo, ora, alla vittoria di Trump, e quando saremo, in futuro, testimoni delle sue riforme (quelle di Trump si possono definire riforme?), dovremmo preoccuparci di capire come è finito lassù, e non trasformarlo nell'unico attore di una vicenda lunga, incasinata e – fatemelo dire – brutta.
Lev Tolstoj - foto da Wikipedia
Paolo Ceccarini

*Tolstoj propone una soluzione per superare questo limite. Cito testualmente: "...per afferrare le leggi del movimento continuo costituito dalla somma di tutte le volontà umane, la mente dell'uomo utilizza unità arbitrarie e discontinue. (...) La scienza storica, nel suo evolversi costante, esamina unità sempre più piccole (...) Solo sottoponendo all'osservazione un'unità infinitamente piccola, un differenziale della storia, vale a dire le tendenze omogenee degli uomini, e riuscendo a integrare, cioè ad esprimere la somma di questi valori infinitamente piccoli, noi possiamo sperare di comprendere le leggi della storia." [da Guerra e Pace, ed. Garzanti]