Due righe su Fervore, romanzo di Emanuele Tonon

Acquistai il romanzo Fervore di Emanuele Tonon al Salone del Libro di Torino 2016. Per avere la mia copia di Fervore, affrontai malvolentieri lo stand Mondadori, affollatissimo e pieno di titoli mainstream in bella vista. Il romanzo di Tonon giaceva un po' in disparte, con la sua copertina sgargiante - ingannevole - pronta a incuriosire l'acquirente compulsivo. Trovai rassicurante vedere Tonon con l'abito Mondadori; è romantico che una major punti su un testo così particolare. Perché Fervore è un romanzo diverso, autentico. Fervore è letteratura.
Per dovere di cronaca – altra cosa romantica – Fervore ha vinto il Premio Mondello 2016.

Fervore di Tonon: la gioia inattesa di un romanzo senza trama
Fervore di Emanuele Tonon parla dell'anno di noviziato di un ventenne presso il convento francescano di Renacavata, nelle Marche. Il libro ha una chiara matrice autobiografica: Tonon è stato un frate per sette anni e ha iniziato il suo percorso proprio nel convento marchigiano. Chissà se si è pentito di aver dismesso il saio dopo aver vissuto un po' di vita reale.
[foto del convento; Renacavata di Camerino MC fonte oringinalitaly.it]
Fervore non ha una vera e propria trama. Che accidenti pensate che accada in un convento di francescani? Al massimo può morire qualcuno, cadere un'ostia o fuoriuscire del liquido peccaminoso nel sonno di un frate giovane.

Fervore è scritto in prima persona, ma, in un certo senso, non ha nemmeno un protagonista: la narrazione spetta a una sorta di voce superiore (speriamo che Tonon non mi legga), e insieme troppo umana, che sembra parlare a nome di tutti i novizi.

Pur raccontando un noviziato, Fervore contiene lo spettro della rottura con il cattolicesimo. L'opera di Emanuele Tonon, infatti, è pervasa di amore universale per un uomo che non va a salvarsi nelle mani di Dio, ma si disintegra, perisce davvero, perisce per sempre. I novizi rappresentano un equipaggio solidale che fronteggia la tormenta silenziosa della fede, la quale accade – se accade – senza apparire. La vita nel convento diventa la testimonianza di una fratellanza indissolubile, che si estende all'intera umanità.

Lo stile di Fervore
Un accenno allo stile è indispensabile perché Fervore, non avendo una vera trama, ha bisogno di una forma speciale. Tonon privilegia l'abbondanza lessicale e l'ipotassi. Tuttavia, il romanzo è scorrevole: merito della palpabile ispirazione dell'autore che rende questa complessità contenutistica e stilistica un flusso spontaneo e incalzante. Tonon ha parlato dell'ispirazione in una bella intervista radiofonica, dove pure ha rivelato la sua attenzione meticolosa alla revisione del testo, lo strenuo lavoro d'artigianato senza il quale la sua vena creativa non raggiungerebbe una foggia tanto seducente.

Voglio concludere con un appello. Comprate Fervore, perdìo!
(Ok, questa me la potevo risparmiare.)

Paolo Ceccarini