Luigi Ghirri e le sue Lezioni di fotografia

L’angolo quasicultural-fotografico di questa settimana è dedicato a Luigi Ghirri e alle sue Lezioni di fotografia raccolte nel volume omonimo. All'interno dei miei corsi cito spesso questo testo al fine di trasmettere il messaggio che "la fotografia è un mezzo di espressione, ovvero uno strumento complesso che va approfondito e fatto proprio".
Non ci si improvvisa fotografi. Sicuramente si potrà essere un felice possessore di una bella full-frame, ma da qui al saperla “usare” ce ne passa.
Se nell’articolo precedente abbiamo parlato di Robert Frank, puntando l’attenzione sul significato delle sue fotografie, con Ghirri spostiamo il punctum sull’immaginazione; non più documentazione del reale, ma la sua interpretazione. Il paesaggio mostrato da Ghirri è frutto di una mediazione fotografica che implica uno sforzo visivo da parte dell'osservatore.



Chi è Luigi Ghirri?
Scrivo al presente perché, seppur scomparso prematuramente nel Febbraio del 1992, la sua fotografia è tuttora tangibile: il marchio di fabbrica Luigi Ghirri è divenuto uno status. Spesso trovandomi di fronte ad uno scatto esposto ad una mostra ho carpito, da qualche visitatore poco distante, l’espressione ”una foto alla Ghirri”. Impossibile non appassionarsi di fronte a uno scatto del fotografo emiliano. Ghirri nasce a Scandiano (Reggio Emilia) il 5 Gennaio 1943, negli anni settanta comincia a scattare le prime fotografie durante le vacanze estive o nei week-end. Fin dal principio sente la necessità di fotografare a colori: “fotografo a colori perché il mondo reale non è in bianco e nero”.

Parlare di colori in Ghirri significa arrivare al nocciolo della questione. Ghirri costruisce la propria strada artistica sulla sperimentazione del colore piegandolo a una funzionalità visiva senza precedenti in Italia. Nel 1973 sviluppa, nella serie Catalogo, una ricerca estetica che racconta la ripetitività della cultura contemporanea fotografando porte, finestre, serrande e muri. Poco dopo, matura la convinzione di abbandonare la professione di geometra per dedicarsi alla fotografia. Da qui inizia l’affascinante viaggio concettuale della fotografia di Ghirri.



Modus operandi e modus vivendi
Lezioni di fotografia, curato da Giulio Bizzarri e Paolo Barbaro, riprende una serie di lezioni svolte da Luigi Ghirri tra il 1989 e il 1990 all’Università del Progetto di Reggio Emilia; incontri trascritti, editati ed infine raccolti in questo interessante libro dedicato agli amanti della fotografia e non solo.
C’è da chiarire subito un punto: se siete alla ricerca di un manuale d’istruzioni della macchina, su come funziona, vi sconsiglio l’acquisto di questo testo. Perché? Perché il libro si concentra in misura marginale sugli aspetti tecnici. Ho affrontato la lettura di Lezioni di fotografia rivolgendomi al lato semantico del mezzo fotografico, all’importanza del messaggio. Non avevo bisogno di una spiegazione del triangolo dell’esposizione (anche se ci sono numerosi consigli tecnico/pratici), ma cercavo di apprendere un modo di “osservare e vedere”. Sfogliando il libro, a pagina 23, mi sono trovato a ragionare sul dualismo interno al mondo della fotografia. Ho capito che questo libro mi avrebbe regalato tanto in termini di consapevolezza.
Ghirri spiega come, nella fotografia, ci sia uno scontro perenne tra forze opposte (bianco/nero, buio/luce, negativo/positivo, includere/sottrarre); è uno strumento a tratti confuso, in continua ricerca di un equilibrio, quello stesso equilibrio che deve instaurarsi tra macchina e fotografo ma che spesso non si raggiunge (ne parleremo in futuro, tranquilli...). Le parti dedicate ai Bordi dell’immagine o la sezione che approfondisce l'Inquadratura, ad esempio, ti permettono di crescere fotograficamente; al suo interno troviamo degli esercizi che lo stesso Ghirri assegnava ai propri studenti per migliorare il modo di osservare il mondo. Ecco perché ritengo che sia un testo imprescindibile, sia per chi insegna fotografia ma anche per chi la pratica da anni. Nei miei corsi cerco di trasmettere l'esigenza di costruire un approccio visivo personale, in grado di produrre un messaggio, uno stile che identifichi il fotografo. Per questo motivo considero Lezioni di fotografia un must.

Buona lettura, ma soprattutto buona luce!


Cristiano Morbidelli