Scrittori morti suicidi a Torino: Emilio Salgari, Cesare Pavese, Primo Levi e Franco Lucentini

Molti scrittori italiani si sono suicidati... a Torino.  
In questo post ho accorpato le vicende di quattro autori italiani che si sono suicidati nel capoluogo piemontese: Emilio Salgari, Cesare Pavese, Primo Levi e Franco Lucentini.

Emilio Salgari (1862-1911)
Emilio Salgari tenta il suicidio per la prima volta nel 1909, lanciandosi sopra a una spada. All'origine di questo gesto tragico e scenografico, memore della traboccante fantasia di Salgari, c'è il ricovero della moglie per infermità mentale. La seconda volta, Salgari va sul sicuro: si reca in un bosco nel torinese - nella zona di Villa Rey - e si taglia la gola e il ventre con un rasoio. Un suicidio truculento che testimonia una rabbia insanabile.

Prima di suicidarsi, Salgari ha scritto ai suoi cari:

"Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600..."

Salgari ha lasciato anche un messaggio ai suoi editori:

“A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.”

La morte di Salgari rappresenta uno dei numerosissimi casi di autori di talento che se ne vanno in condizioni economiche critiche.
Fonte: www.cultora.it

Cesare Pavese (1908-1950)
Rispetto a quello di Salgari, il suicidio di Cesare Pavese è decisamente ortodosso. Pavese, infatti, si è tolto la vita ingerendo circa dieci bustine di sonnifero, disteso sul letto di una camera dell'Hotel Roma di Torino. Tra le cause della depressione di Pavese, c'è l'amore perduto per l'attrice statunitense Constance Dowling. Proprio a lei è dedicata la raccolta poetica Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, scritta pochi mesi prima di suicidarsi.

Una curiosità che potrebbe essere sfuggita ai più: Constance si ucciderà nel 1969, allo stesso modo di Pavese, con un'overdose di sonniferi.

Nella foto, le ultime parole di Pavese.
Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi
Fonte: www.nuovatlantide.org

Primo Levi (1919-1987)
Primo Levi è nato e morto (suicida) a Torino. Si è tolto la vita gettandosi nella tromba delle scale del condominio dove risiedeva, in Corso Re Umberto 75. Non si esclude la possibilità di una caduta accidentale poiché lo scrittore, nel periodo antecedente alla morte, sembrava piuttosto tranquillo e coltivava dei progetti, alcuni dei quali a breve scadenza. Tuttavia l'ipotesi della caduta appare evidentemente rocambolesca.

Si è a lungo dibattuto per ricostruire le cause che hanno spinto Primo Levi a un gesto tanto disperato. Tutti convergono sull'ossessione di Primo Levi per il periodo di detenzione ad Auschwitz durato circa un anno, tra il 1944 e il 1945. L'esperienza di Auschwitz è testimoniata nel primo libro dell'autore - Se questo è un uomo - e nell'ultimo - I sommersi e i salvati -, dove spiega il paradosso della vergogna del sopravvissuto. (Per un ulteriore approfondimento sulla vergogna, clicca qui.)
Foto da corriere.it
Franco Lucentini (1920-2002)
Franco Lucentini rientra d'obbligo in questa breve lista: non solo si è suicidato a Torino, ma ha scelto di morire come Primo Levi. All'oscuro della moglie, Lucentini si è recato sul pianerottolo, al quarto piano, e si è gettato nella tromba delle scale. Lucentini muore così, a 82 anni, malato di tumore ai polmoni. (Per un articolo originale del 2002 sulla morte di Lucentini, clicca qui.)

Carlo Fruttero - autore con cui Lucentini firmò diverse opere - disse a proposito della morte dell'amico:

"Il suo non è stato un suicidio metafisico, romantico. Franco trovava mille soluzioni in situazioni difficili. Di fronte al dolore, all'umiliazione che gli aveva procurato la malattia, ha trovato questa soluzione. Sono sicuro che prima di buttarsi abbia detto 'che sarà mai la morte, facciamola finita' ". (Fonte: Ansa.)
Fruttero e Lucentini
Foto da: hounlibrointesta.it


Paolo Ceccarini