Istanbul di Pamuk: come essere grandi scrivendo semplice (recensione)

Istanbul di Orhan Pamuk (ed. Einaudi) è un saggio romanzato in cui l'autore racconta la sua città natale.

Pamuk, scrittore stanziale
Molti scrittori devono la propria fortuna ai numerosi viaggi; a Pamuk accade il contrario: la sua natura stanziale gli consente di capire a fondo Istanbul, tanto da stringere con essa un legame simbiotico. Orhan Pamuk proietta la propria tristezza in Istanbul e, al contempo, è fortemente influenzato dalla sua anima diruta e sofferente. Questa mescolanza di sentimenti analoghi fonde l'autore con la città: a volte Pamuk è Istanbul, altre volte ne costituisce una parte, infinitesimale ma significativa, come una cellula in un organismo.
Istanbul di Pamuk è corredato di foto b/n e illustrazioni. Ed. Einaudi


Istanbul attraverso la vicenda di Pamuk
Pamuk racconta Istanbul attraverso la sua vita privata: i primi anni di vita, le vicende della famiglia, l'adolescenza e il primo amore. Tutte le storie personali finiscono per rivelare una sfaccettatura del carattere ombroso di Istanbul. Così, Pamuk ci porta sul Bosforo, ci guida per le strade della città, popolate di gente malinconica.

Istanbul sui libri e sui dipinti
Il libro di Pamuk acquisisce più specificamente la forma del saggio parlando dei grandi scrittori nati a Istanbul (Kocu, Tanpinar, Kemal e Rasim) o di coloro che l'hanno visitata e descritta, come Flaubert.
Leggendo il libro scopriamo che Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2003, voleva fare il pittore! Ed ecco che appaiono sul testo gli artisti che hanno dipinto Istanbul, con attenzione particolare a Melling.
Anche le parentesi letteraria e figurativa danno forma all'idea complessiva di Istanbul e della sua evoluzione storica. Istanbul ha fallito il suo processo di americanizzazione, restando spezzata tra occidente e oriente. Istanbul è triste perché ha esaurito irrimediabilmente la gloria dell'Impero ottomano; è triste perché è povera, confusa e informe.

Lo stile di Pamuk
L'aspetto che ho preferito del libro, già ricco di spunti interessanti ma di per sé piuttosto ridondante, è lo stile. La scrittura di Pamuk è semplice e involuta. Vi faccio un esempio: ricorrere frequentemente ad aggettivi come "bello" ha un che di fanciullesco. La prosa ingenua di Pamuk ricorda la fiaba, il racconto della nonna davanti al caminetto. È lo stile a rendere Istanbul un libro poetico, intimo, armonioso.

Consiglio Istanbul di Pamuk a tutti coloro che sono curiosi di scoprire l'affascinante e contraddittoria capitale turca.

Paolo Ceccarini