L'incipit del racconto di Paolo Ceccarini "Sedici", pubblicato su Kultural

Di recente è uscito un mio racconto su Kultural, web magazine che si occupa di arti, sociologia, filosofia e tanto altro. Il direttore, Fabio Ivan Pigola, personaggio di spicco nello scenario dell'editoria nostrana, lo definisce uno spazio di idee, nuovi linguaggi e utopia. Non vi basta?


Passiamo all'incipit del mio racconto intitolato Sedici:

In terza mi piaceva una ragazza. Si chiamava Elisa.
La guardavo ogni mattina, davanti all'istituto, stringendo le cinghie dello zaino nei pugni. Lei camminava insolentita, mi piaceva supporre, dalle cose della vita, come uno di quegli esseri speciali che per eccessiva sensibilità o disgrazia riescono a vedere la bellezza della miseria umana. Non era tipo da mettere in mostra le proprie forme, Elisa: indossava sempre abiti morbidi, che facevano solamente intuire le sue rotondità. Era una delizia nervosa e ammaliante. Io nascondevo il mio sguardo come potevo, ma lei sapeva che la osservavo, e mi scrutava per attimi brevissimi, corrugando le guance e le labbra in una smorfia di repulsione.
Faceva così ogni giorno, come se volesse esaminare la mia sconclusionata bruttezza un dettaglio alla volta e mappare, pian piano, i miei brufoli. Quei modi altezzosi, per me, erano l'espressione della sua superiorità alle cose terrene e orribili della vita, di cui io facevo parte. Mi sentivo umiliato, ma solo un poco. Come potevo condannare lei, che era bellissima? Era giusto che le sembrassi ributtante, perché ero convinto di esserlo. E comunque non mi sarei privato dell'unica gioia che conoscevo: la sua breve passeggiata dalla fermata del bus all'ingresso della scuola. CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO SU KULTURAL

Paolo Ceccarini