Unastoria di Gipi, il fumetto che arrivò al Premio Strega

Primo caso di fumetto candidato al Premio Strega, Unastoria di Gipi (Coconino Press, 2013) racconta, in realtà, due storie, due epoche, due vite.

Immagine da www.ibs.it

Silvano Landi, scrittore cinquantenne con la vita in pezzi – “tremila”, “quattromila” – , è rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Le lettere alla moglie del suo bisnonno Mauro, soldato durante la Prima guerra mondiale, lo catapultano ossessivamente in un passato di desolazione, morte e paura, arido e gelido come la prima mitragliatrice della storia. L'esistenza di Silvano si intreccia, così, a quella del suo antenato in un racconto plurale per tematiche e sentimenti, ma al contempo uno – e unico – perché mostra il destino comune dell'uomo.

La natura di Gipi
Un albero rinsecchito svetta tra le pagine, simbolo più immediato di un legame genealogico, ma anche metafora di una natura maligna che si erge, arida e decadente, nonostante la malattia, la mutilazione e il dolore.
Come sempre nel caso di Gipi – basti pensare a LMVDM, La Mia Vita Disegnata Male, o a S., opera malinconica dedicata al padre Sergio – l’equilibrio tra autobiografia e finzione, complessità e leggerezza, è reso con uno stile intimo e privo di retorica. Scarabocchi in bianco e nero, colori caldissimi e poi glaciali rivelano la bellezza e la fragilità dell’essere umano e di una natura ostile, desolata e malinconica che ricorda i paesaggi alle spalle di Corto Maltese.

Immagine da www.tecalibri.it

Se l’uso dell’acquerello esalta le emozioni, gli immediati intermezzi in china stemperano la carica emotiva senza tuttavia mai negarla, restituendo l’autenticità di un racconto universale che mai scade nel facile sentimentalismo.

Immagine da www.lospaziobianco.it

Il fine ultimo del racconto è il rattoppo della ferita, la riappacificazione con una natura che attrae e insieme respinge, ma dalla quale non si può prescindere, nonostante la sfida con essa sia in partenza sempre persa: il tempo scorre inesorabile, le lacrime definiscono i contorni degli uomini, il passato torna prepotente, la vita ogni volta risorge.

Eleonora Marchetti